giovedì 24 gennaio 2013

La scuola per i giovani: prigione o unica via per la libertà?

Ecco come i ragazzi del XXI secolo vivono la scuola.


L’evoluzione della società nel corso dei secoli ha permesso lo sviluppo anche a livello culturale: la situazione della scuola, che in tutto il Medioevo era rimasta sotto il potere della Chiesa, comincia a cambiare dal XII secolo, quando vengono fondate le prime scuole laiche che comprendevano tre livelli di istruzione molto simili a quelli odierni: scuola primaria, secondaria e universitaria.

L’istruzione a quel tempo era l’unico mezzo per poter elevare il proprio grado sociale all’interno della comunità: istruirsi permetteva di avere un ruolo nella vita politica della città e nella vita lavorativa.
Ma oggigiorno quanto è cambiato il punto di vista dei giovani nei confronti della scuola? È ancora vista come istituzione capace di liberare dalle oppressioni di uno Stato che cerca di manipolare i comuni cittadini ignoranti e capace di offrire una speranza per un futuro migliore?
Alcuni giovani studenti non la pensano più così. Molti di loro vivono la scuola come una vera e propria prigionia: alcuni vittime delle indiscutibili decisioni dei genitori e incapaci di rispondere alla domanda: “Perché hai scelto questa scuola?”, altri apatici che la considerano solo un’ obbligo da cui scappare all’età considerata idonea per smettere di frequentare, i sedici anni.
Ma cos’è veramente la Scuola, se non l’unica possibilità che abbiamo per poter sconfiggere le crisi, le guerre, la disoccupazione? La scuola non è solo studiare interi libri e ripeterli ad un’interrogazione sperando in un bel voto, Scuola è apprendere ciò che è la realtà, è allenarsi a diventare adulti.
Un cittadino istruito conosce il mondo, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato, accetta la diversità e non la critica, è capace di pensare con la propria testa senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno, un cittadino istruito è capace di cambiare le sorti della sua vita.
Fortunatamente ci sono ancora studenti che la pensano in questo modo, che difendono i loro diritti allo studio e che vivono le giornate scolastiche con il sorriso, perché lo studente di oggi, sarà l’adulto del domani.

                                                                                                          

“Tutto quello che ho per difendermi è l'alfabeto; è quanto mi hanno dato al posto di un fucile.” P. Roth

Giulia Uda
 

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