Ebbene si, ci troviamo alla vigilia delle due giornate
dedicate alla votazione per le elezioni politiche, ma non solo, del 2013. Il
risultato finale, qualunque esso sia, sarà determinante per il futuro della
nostra nazione, ancora di più visto il difficile momento che stiamo
attraversando. Quale migliore occasione per ripassarci tutti insieme le nozioni
basilari sul funzionamento del sistema elettorale?
Un sistema elettorale è composto da due elementi
fondamentali: il sistema di votazione e il metodo per l'attribuzione dei seggi.
Quest'ultimo richiede l'applicazione di una formula predefinita, che viene
detta "formula elettorale". Prima degli anni novanta, erano
identificabili due principali formule elettorali:
- formula maggioritaria (attualmente in uso in Inghilterra): Il territorio del paese viene suddiviso in tante aree geografiche (denominate collegi) quanti sono i deputati, o i senatori, da eleggere. Ad ogni collegio compete l’elezione di un solo deputato o senatore e, per tale ragione viene definito collegio uninominale. Ogni partito, o coalizione di partiti, presenta, in ciascun collegio, un solo candidato e gli elettori hanno la possibilità di scegliere tra i candidati designati da ciascun partito. Viene eletto deputato o senatore il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti all’interno di ogni collegio.
- formula maggioritaria (attualmente in uso in Inghilterra): Il territorio del paese viene suddiviso in tante aree geografiche (denominate collegi) quanti sono i deputati, o i senatori, da eleggere. Ad ogni collegio compete l’elezione di un solo deputato o senatore e, per tale ragione viene definito collegio uninominale. Ogni partito, o coalizione di partiti, presenta, in ciascun collegio, un solo candidato e gli elettori hanno la possibilità di scegliere tra i candidati designati da ciascun partito. Viene eletto deputato o senatore il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti all’interno di ogni collegio.
Questa formula va
chiaramente a svantaggio dei partiti di piccole dimensioni, poiché se non
dovesse essere eletto nessuno dei rappresentanti da loro proposti, pur ricevendo una consistente minoranza di
voti in ciascun collegio, non avranno neanche un seggio all’interno del
Parlamento.
Sulla base del sistema maggioritario “puro” si sono
sviluppate molte varianti: maggioritario a voto limitato, a un turno, a doppio
turno, a voto alternativo con maggioranza assoluta.
- formula proporzionale (più diffusa in Europa): Anche in
questo caso il territorio nazionale viene diviso in collegi che sono però
plurinominali, ovvero in ciascuno di
questi viene eletta una pluralità di parlamentari. Per esempio, se i deputati
da eleggere sono 200, il Paese verrà suddiviso in 10 collegi che eleggeranno
ciascuno 20 deputati, o in 50 collegi che dovranno eleggere 4 deputati. Gli
elettori esprimono le loro preferenze per una lista, e i seggi in palio in quel
collegio vengono distribuiti tra i partiti in
proporzione ai voti ottenuti da ciascuno. Se ad esempio i seggi in palio in un
collegio sono 10 e si presentano tre liste, di cui la prima riceve il 40% dei
voti e le altre due il 30%, la prima ottiene 4 seggi e le altre due 3 seggi.
Tutti i voti si sono trasformati in seggi e nessun voto, quindi, va perduto.
Altra evidente conseguenza è che se il Parlamento si trovasse ad essere formato
da molti partiti e nessuno di questi riuscisse ad ottenere la maggioranza dei seggi,
potrebbero derivarne delle coalizioni forzate e la stabilità del governo ne
risentirebbe.
Nel sistema elettorale proporzionale “puro” la percentuale dei seggi assegnati ad ogni partito corrisponde esattamente alla percentuale dei voti ottenuti su scala nazionale.
Ma torniamo in Italia, dove dal 21 dicembre 2005 vige il famigerato “porcellum” ( un nome un programma ) che il suo stesso ideatore definì: “un’autentica porcata”.
Si tratta di un sistema misto, le cui caratteristiche fondamentali che ne regolano il funzionamento sono: liste bloccate, premio di maggioranza e soglia di sbarramento. I seggi sono distribuiti in maniera proporzionale, ma le liste sono bloccate, ovvero scelte dai partiti e non votate tramite preferenze. Sono previsti forti premi di maggioranza su scala regionale per il Senato, e su scala nazionale per la Camera. In particolare questa differenza assicura alla Camera una maggioranza in grado di governare mentre al Senato la maggioranza si esprime con più difficoltà ( possibilità di pareggio). A limitarne l’aspetto proporzionale sono, infine, le soglie di sbarramento che impediscono ai partiti minori di entrare in Parlamento (10% dei voti nazionali per la Camera e l’8% per il Senato).
Nel sistema elettorale proporzionale “puro” la percentuale dei seggi assegnati ad ogni partito corrisponde esattamente alla percentuale dei voti ottenuti su scala nazionale.
Ma torniamo in Italia, dove dal 21 dicembre 2005 vige il famigerato “porcellum” ( un nome un programma ) che il suo stesso ideatore definì: “un’autentica porcata”.
Si tratta di un sistema misto, le cui caratteristiche fondamentali che ne regolano il funzionamento sono: liste bloccate, premio di maggioranza e soglia di sbarramento. I seggi sono distribuiti in maniera proporzionale, ma le liste sono bloccate, ovvero scelte dai partiti e non votate tramite preferenze. Sono previsti forti premi di maggioranza su scala regionale per il Senato, e su scala nazionale per la Camera. In particolare questa differenza assicura alla Camera una maggioranza in grado di governare mentre al Senato la maggioranza si esprime con più difficoltà ( possibilità di pareggio). A limitarne l’aspetto proporzionale sono, infine, le soglie di sbarramento che impediscono ai partiti minori di entrare in Parlamento (10% dei voti nazionali per la Camera e l’8% per il Senato).
Francesca Brini
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